I disturbi gastrointestinali negli atleti di endurance
di Elena Casiraghi, PhD, Equipe Enervit
Ci sono fantasmi che a volte, quando appaiono in gara, fanno sbiancare più della fatica fisica, obbligando a rallentare il ritmo e in alcuni casi costringendo al ritiro. Stiamo parlando dei disturbi gastrointestinali (che per comodità indicheremo con la sigla G.I.), i peggiori nemici degli atleti di endurance. Si è osservato infatti, che nelle competizioni di endurance i disturbi G.I. sono tra le più frequenti cause di ritiro o di ridotta prestazione. Ma quali sono i triatleti più soggetti?
- I disturbi G.I. sono presenti sia negli atleti agonisti sia negli atleti amatori;
- Sono più diffusi nelle donne che negli uomini;
- Sono più frequenti negli atleti che aumentano nel giro di poco tempo la quantità dell’allenamento, in particolare le sedute ed il volume di corsa;
- Sono più frequenti in chi li ha già avuti in passato e in chi ha normalmente problemi di gastrite o colite;
- Sono più frequenti nelle gare che in allenamento, in particolare quando maggiore è l’intensità di esecuzione.
Sembra che nelle discipline come nuoto e ciclismo, in cui il corpo rimane in posizione più statica, la frequenza di questi disturbi (a parità di intensità e di ciò che si è assunto prima o durante la gara), è inferiore a quella che si registra nella corsa. Si è constatato infatti, che le accelerazioni quando si corre sono maggiori rispetto a quando si nuota o si pedala. Ad ogni passo di corsa del resto, si hanno oscillazioni verticali del tronco, e al momento dell’arrivo a terra una brusca decelerazione del corpo; nel momento della spinta invece, avviene un’accelerazione. Tutti questi fattori, comportano un continuo scuotimento degli organi all’interno dell’addome, prima potenziale causa dei disturbi gastrointestinali.
Quali sono però i fattori che predispongono al manifestarsi di questi antipatici disturbi?
- E’ più esposto a tale rischio chi inizia a fare sport, in particolare a correre, o chi ricomincia dopo una lunga pausa;
- Sono più esposti anche gli atleti che competono ad elevata intensità o comunque al massimo delle capacità;
- La scelta degli alimenti e loro quantità prima della competizione può essere causa di tali disturbi: in particolare, i maggiori problemi sono riscontrati in chi assume prima della competizione una quantità eccessiva di cibi ricchi di grassi (es. latticini ma anche panne e gelato) e fibre;
- Le bevande, i cibi e la scelta degli integratori assunti in gara: i disturbi possono nascere, per esempio, dall’assunzione di caffeina, dall’assunzione di una quantità eccessiva di fruttosio e da bevande troppo ricche di carboidrati e/o sali minerali. In questi casi infatti, l’eccesso di tali sostanze richiama una quota eccessiva di acqua all’intestino e questo stimolo genera diarrea.
Ecco quindi alcuni consigli per evitare, o comunque contenere, il rischio di disturbi gastrointestinali durante l’attività o subito dopo.
1. Alimentazione prima della gara, cosa evitare:
Nei due giorni che precedono la gara è bene ridurre il consumo di frutta. A partire dal giorno prima limitare, poi, i cibi ad alto contenuto di fibre come, per esempio, gli alimenti integrali, alcuni tipi di verdura, i legumi ed i cereali integrali. E’ importante, in chi già soffre di crampi addominali, dolori al fianco destro o sinistro e disturbi più in genere localizzati nell’addome, ridurre gli alimenti contenenti lattosio e grassi come il latte intero, la panna, i gelati. Se questi dolori e disturbi sono d’abitudine nelle competizioni allora è bene anche sospendere il consumo di caffè a partire da 48 ore prima della gara. Evitare nella colazione pre-gara il consumo di caffè abbinato al latte (es. cappuccino, caffè e latte, ecc.);
2. Bevande in gara:
Se in genere si soffre già di questo tipo di disturbi, è importante iniziare la gara ben idratati, cercando di colmare le carenze di acqua e sali minerali bevendo sorsi piccoli spesso e senza aspettare la sensazione di sete. E’ importante cercare di colmare le perdite di acqua e sali avvenute con la sudorazione, per evitare la disidratazione e l’ipertermia;
3. Allenamento:
La pratica continua e l’esperienza riducono l’insorgenza di questi disturbi. L’allenamento poi, è un momento fondamentale per testare la strategia d’integrazione e idratazione da utilizzare in gara. E’ meglio preferire miscele a base di glucosio e fruttosio o maltodestrine e fruttosio poiché, come dimostrano gli studi scientifici, hanno un minor transito gastrico ed un ottimale assorbimento a livello intestinale;
4. Farmaci antinfiammatori:
Si deve fare molta attenzione all’utilizzo di farmaci antinfiammatori, il cui consumo è diffuso tra gli atleti. E’ ormai noto che, oltre alla scelta ed alla quantità di alcuni alimenti, nonché al consumo di un’eccessiva quota di energetici durante la gara, anche l’utilizzo di FANS espone fortemente al rischio di disturbi G.I. nello sport ad alta intensità.
Quali sintomi? | Quanti atleti? | Come prevenire? | |
ESOFAGO | Bruciore stomaco | 10 % |
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Bruciore retrosternale | 18 % | ||
Eruttazione | 23 % |
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STOMACO | Nausea | 10 % | |
Vomito | 9 % | ||
COLON E RETTO |
Crampi addominali | 31 % |
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Necessità imminente di defecare | 38 % | ||
Diarrea | 21 % | ||
Presenza di sangue nelle feci | 7 % |
Elena Casiraghi, Ph.D. – specialista integrazione e nutrizione sportiva
Bibliografia
Eichner E.R.: Other medical consideration in prolonged exercise. In “Prolonged Exercise”, Lamb D.R. e Murray R., Benchmark Press Inc., Indianapolis, Indiana (USA), 1988
Moses FM.: The effect of exercise on the gastrointestinal tract. Sports Medicine, 9(3):159-172, 1990
Porter A.M.: Marathon running and the caecal slap syndrome. Br J Sports Med, 16 (3): 178, 1982